Prosegue il nostro viaggio alla scoperta di donne con la Myclahttitude.
Cos’è? È la naturale predisposizione al pensare positivo, all’azione concreta, alla voglia di far bene per generare il bello e buono.
Il 25 Marzo è uscito il nuovo romanzo (il quarto) di Hélène Battaglia intitolato ‘ Miss Cartier’ ed edito da The Pink Factory Publishing, dopo il successo del suo romanzo d’esordio ‘Appuntamento al Ritz’ pubblicato dalla Baldini + Castoldi nel luglio del 2012 e bestseller rosa di quell’estate. Hélène , italo – francese – ci regala sempre brillanti commedie romantiche con un tocco glamour e cosmopolita.
Miss Cartier è una ricca ereditiera di 32 anni, chic , bellissima e con il mondo ai suoi piedi. Vive a Montecarlo in un lussuosissimo appartamento in centro e trascorre la sua vita tra capricci e dissolutezza. Una cosa improvvisa però accadrà che la costringerà a cambiare vita e trovarsi un lavoro vero . Ci riuscirà? Non posso spoilerare ovviamente. Intanto ho fatto qualche domanda alla scrittrice cosi possiamo conoscerla meglio.
Hélène hai sempre fatto parte del mondo della moda, sei una giornalista, hai seguito per anni la Fashion Week Milanese per Elle.fr ed hai collaborato con Living Corriere e La Stampa. Come vedi il cambiamento del mondo della moda negli ultimi tempi?
Ho seguito la kermesse milanese per circa quattro anni per @ellefr . Mi è sempre piaciuto il dietro le quinte dell’evento. Ossia il lavoro delle cosiddette petites mains: L’artigianato, il fatto a mano. Tutta la parte strass e paillettes, non mi è mai piaciuta. Perché, credetemi, non è davvero oro tutto quello che luccica. C’è molta falsità. Prima della pandemia, si parlava quasi di più di chi sedeva in front row che delle collezioni stesse. Non vedo l’ora che finisca l’era degli influencer e che si torni a celebrare la Moda e il know-how degli addetti ai lavori. Il cambiamento verso una moda green, ne scrivo da anni ormai. Sono stata per oltre due anni e mezzo contributor di TuttoGreen, la rubrica dedicata all’ambiente di La Stampa. Da ambientalista convinta, me ne rallegro. Mi auguro solo che non sia solo un ennesimo trend, destinato a passare di moda.
I tuoi romanzi sono commedie brillanti le cui protagoniste hanno sempre una legame con la moda e si ritrovano a dover fare i conti con un cambio di vita che spesso le condurrà anche a scoprire l’amore. Quanto c’è di autobiografico nei tuoi lavori?
C’è tanto. Ogni mia alter ego letteraria mi assomiglia tanto sia fisicamente che caratterialmente. La particolarità dei miei romanzi è che contengono pezzi di me e per questo sarebbe, credo, molto difficile plagiarmi perché me ne renderei subito conto. Molte esperienze e molto situazioni che le mie protagoniste si ritrovano, loro malgrado, a vivere, sono avvenimenti che ho vissuto sulla pelle. Ma c’è anche tanta fiction e meno male.
Sei Italo francese cosa porti con te delle tradizioni francesi e di quelle italiane?
Se nascere e crescere con due nazionalità e due culture diverse è decisamente una grande ricchezza ed è molto stimolante e ne sono davvero grata ai miei genitori, a volte però, devo dire, può risultare faticoso. Perché da bambina, ti ritrovi in una specie di No Man’s land: il fatto è che non apparterrai mai completamente né ad una né all’altra delle due culture. Devi accettarlo. Per certe cose, mi sento più francese. Per altre, più italiana. Dell’Italia e degli Italiani, mi piace la gioia di vivere e la forza di sorridere e rialzarsi dopo la tempesta. Mi piace che il Bel Paese sia stata la culla del Rinascimento. Nutro una passione sfrenata per Firenze e la famiglia dei Medici, entrambi grandi ambasciatori di questo Rinascimento culturale. Della Francia, mi piace la laicità e la politica sociale dello Stato. Dei due paesi, mi piace la cucina gourmet.
Hai un luogo del cuore che ti fa stare bene?
Ho bisogno della natura. Sarà perché sono nata nella verde Bretagna di fronte all’Inghilterra. Mi piace la Provenza dove sono vissuta e ho studiato ad Aix-en-Provence. Ma il mio posto del cuore è sicuramente in Toscana, in Lunigiana nel cuore del Parco delle Alpi Apuane da dove è originaria la mia famiglia paterna e dove la mia famiglia possiede un delizioso cottage con vista mozzafiato sulle piccole Dolomiti apuane.
Come donna di gusto e stile cosa non può mai mancare nel tuo guardaroba?
Prima cosa un blazer. Ne ho uno gessato di Max Mara al quale sono affezionatissima. È un capo atemporale e elegante. Il primo che comprai nei miei anni Milanesi. Lo indosso volentieri sopra un paio di jeans skinny con sotto una tee bianca e una camica e ai piedi, un paio di stiletto. Un cappotto di cashmere (nero o color cammello). Una piccola robe noire , un capo vintage militare (ho un passione per gli uniformi), un paio di high boot con tacco , un piumino con capuccio, un panama, ah dimenticavo una giacca taglio chanel nera.
Infine: cosa speri e quali programmi hai per il prossimo futuro?
Mi auguro che la pandemia finisca a breve. Ma mi auguro che oltre alla sofferenza che ci sarà costata a tutti, essa possa essere l’occasione di un riscatto per molti. Che sia l’inizio di una nuova era più luminosa e più green. Sogno una società più equa e più sostenibile. Non voglio tornare alla frenesia e al menefreghismo di prima. La slow life non è poi così male. Voglio continuare a fare quello che mi rende felice ossia scrivere articoli e romanzi. Vorrei tornare a scattare e a creare capsule collection con brand italiani e internazionali. E a collaborare con architetti e interior design grazie alla mia commercializzazione di alcune mie opere #ShopArtintheCity stampate su plexiart.
#FrenchRiviera by Hélène Battaglia x Ciak Roncato
Shop-Art in the City by Hélène Battaglia
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