Ciao Italian Style Lovers ,
Inauguriamo oggi la nostra rubrica #MYCLAHTTITUDE dove intervisterò delle persone che per me rappresentano ed esprimono la nostra “Attitudine Myclah”.

Cos’è? È la naturale predisposizione al pensare positivo, all’azione concreta, alla voglia di far bene per generare il bello e buono.
Ci onora di aprire la rubrica, Claudia Rabellino Becce una donna che crede fortemente nell’empowerment femminile e che vive il suo tempo con dinamismo ed un’innata classe.

– Si legge di te avvocata, scrittrice, moglie, mamma non esattamente in questo ordine… Esiste secondo te veramente un ordine in tutte le nostre attività di donna?

C’ è chi usa il termine multitasking per spiegare la capacità delle donne di passare da un ruolo all’altro con disinvoltura. In realtà, come ha dimostrato un recente
studio condotto da un’Università tedesca, non nasciamo con questa abilità, siamo costrette a impararla per sopravvivere. Nel mio piccolo anch’io faccio (provo a fare) quello che facciamo tutte: mettere insieme famiglia, lavoro e vitale bisogno di avere qualche spazio per me. A volte ci riesco bene, a volte meno. I sensi di colpa sono sempre in agguato. Il segreto è non cadere nella fregatura di sentirci addosso l’obbligo di essere sempre perfette e di non dovere mai chiedere aiuto.

-Ti abbiamo vista molto attiva di recente anche sui tuoi social personali e su quelli di Caractere, brand per il quale sei una ambassador insieme alla giornalista Michaela K Bellissario con un ciclo di video interviste sull’empowerment al femminile.  Che rapporto hai con i social e come secondo te possono essere ‘sfruttati’ positivamente?

Ogni mezzo di comunicazione è sempre per natura neutro, è come lo usiamo che fa la differenza, per questo non sono d’accordo con chi demonizza i social a priori. Possono diventare strumenti fondamentali per veicolare messaggi importanti e sostenere battaglie di grande valore: la parità di genere, la lotta al bullismo, all’ageismo e, in generale, alle discriminazioni ne sono un esempio. Certo, i rischi connessi all’uso della tecnologia esistono e sono sotto gli occhi di tutti e tutte. Va creata una cultura, ci vogliono regole e una certa vigilanza, soprattutto a protezione dei più giovani e delle persone più fragili.

Il mio approccio a Instagram e Facebook non è professionale, basta guardare i miei profili per capirlo. Uso i social “a sentimento”, senza una precisa strategia di comunicazione. Posto quando ho qualcosa di positivo da dire e da condividere, cercando di essere fedele con quello che sono. Mi piace avere l’opportunità di entrare in contatto con una community di donne con le quali ispirarci a vicenda. Ho sempre considerato la sinergia femminile un superpotere e i social sono un ottimo strumento di connessione. Poi, però, conta quello che accade nella vita reale.

– Come sai Myclah è un progetto a sostegno della moda e della creatività Made in Italy , Che rapporto hai con la moda?

In generale mi piacciono la creatività e il bello in tutte le loro declinazioni, dalla natura, all’arte, al design. Amo la moda e il made in Italy perché sono espressione di bellezza, eccellenza e qualità. Il mio è un approccio indipendente, non sono schiava dei diktat del trend del momento. Con l’età e le consapevolezze che gli anni mi hanno regalato ho elaborato uno stile mio, che tiene conto delle tendenze solo come spunto per una libera interpretazione e ispirazione.

Vivendo all’estero ho toccato con mano l’ammirazione per le eccellenze del nostro Paese. Paradossalmente è proprio all’interno dei nostri confini che si compra meno italiano. Ecco perché, soprattutto in questo momento di crisi, è importante favorire una cultura del made in Italy. Progetti come il vostro e come quello di Marialaura Berlinguer, autorevole ambasciatrice dello stile italiano nel mondo, sono fondamentali. Poi, certo, le Istituzioni devono fare la loro parte.

Molte delle creative che ospitiamo su Myclah sono appunto donne che in momento così complicato per la moda e l’artigianato creativo hanno saputo reinventarsi e mettersi in gioco. Quale marcia in più hanno le donne secondo te?

Non mi piace pensare alle donne in termini di superiorità, siamo semplicemente diverse e questa nostra diversità è un valore per l’intera società. Impariamo molto presto che la vita, per noi, è sempre un po’ più in salita il che ci porta ad avere una determinazione più forte e a reagire meglio di fronte a difficoltà e cambiamenti. La crisi che stiamo vivendo, per esempio, ha colpito con maggiore durezza proprio le donne. Reiventarsi diventa a volte una questione di sopravvivenza. Sono questi i momenti nei quali siamo capaci di trovare risorse che non sapevamo di avere. E qui facciamo la differenza!

– Cagliari è la tua città d’adozione da te molto amata.  Cosa consiglieresti ad un’amica di imperdibile a Cagliari e che cosa della Sardegna ti ha veramente toccato il cuore?


La Sardegna è una terra piena di bellezza, cultura e magia, sa entrarti sotto la pelle e quando lo fa ti viene quello che io chiamo “mal di Sardegna”, una specie di incantesimo fatto di profumi, sapori, paesaggi, sensazioni che ti lega all’Isola in modo viscerale. Sono, per natura e necessità, una cittadina del mondo, ma Cagliari è l’unico luogo che rappresenta “casa”: il mio nido, il porto sicuro, il centro dei miei affetti. Quando viene a trovarmi un’amica dal “Continente” di solito lascio che si relazioni con la città in maniera istintiva, suggerendole di goderla con tutti i sensi, di sentirne suoni, sapori, odori. Di lasciarsi abbagliare dalla sua luce, dai colori dei tramonti, di stare con il naso all’insù per scorgere il volo dei fenicotteri in formazione, di sentire sotto i piedi la sabbia fine del Poetto. Il luogo perfetto per il primo approccio è il Bastione Santa Croce, in alto, al quartiere Castello, con vista sulla Torre dell’Elefante, uno dei simboli di Cagliari. Il colpo d’occhio sulla città lascia senza fiato e l’aperitivo al Libarium Nostrum, locale cult della città, è un must.

– Una piccola digressione frivola: parliamo di guardaroba e beauty routine femminile: cosa non mancherà mai nel tuo guardaroba e quale segreto hai per esserne sempre così raggiante (nonostante tu sia così attiva tutto il giorno?)

La sinossi del mio guardaroba quattro stagioni è: un paio di jeans, una maglietta bianca, un maglione morbido a collo alto, un cappotto cammello, un tailleur pantalone nero, uno bianco e una camicia di seta. A completare, un paio di sneakers bianche, delle decolté nude, una clutch e una borsa a spalla di medie dimensioni dai toni neutri.

Per il viso la sera e la mattina uso un’acqua di rose che adoro per il suo profumo fresco che mi regala energia e buonumore. Seguendo i consigli della mia dermatologa non dimentico mai la protezione solare, neppure nelle giornate piovose. Scelgo il più possibile cosmetici biologici o comunque naturali. Un paio di volte l’anno, mi concedo un trattamento biorivitalizzante. Il “segreto di bellezza” che amo di più, però, è il sorriso: ha un potere illuminante assicurato, provare per credere!

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