Viaggio al sud. Scilla: tra leggenda e mare

Originariamente ciò che oggi chiamiamo Italia era solo la Calabria.
Proprio nella punta dello stivale, infatti, è nato il nome del nostro Paese e da questa prima piccola curiosità voglio iniziare a parlarvi di quella che io, invece, chiamo semplicemente “casa”.

Veduta di Scilla

La Calabria è la regione dove sono nata e cresciuta, dove è nata e cresciuta la mia famiglia e dove vorrei far crescere anche il mio futuro. Al sud più sud d’Italia, la Calabria è una terra dimenticata e autentica, forte e spigolosa, profumata e abbandonata. Una terra nascosta che vale la pena di essere scoperta. Un po’ come una caccia al tesoro: ci sono degli ostacoli e delle sfide da affrontare, ma alla fine si trova sempre un baule pieno di lingotti d’oro.
In questa Regione – e qui forse risiede la sua caratteristica più particolare – si possono trovare spiagge caraibiche e alte montagne innevate a un’ora di distanza le une dalle altre. Solo qui si può scegliere di andare in cima ad una montagna alta e di farsi un bagno in un mare cristallino nella stessa giornata. Solo qui, inoltre, ci si può tuffare nel mar Ionio e nel mar Tirreno senza dover scegliere ma semplicemente godendo di entrambe le coste.

Dai parchi nazionali della Sila, Pollino e Aspromonte, fino ai borghi di mare di Tropea e Diamante; dall’antica Grecia per arrivare alle piccole comunità albanesi; dai limoni ai peperoncini… la parte più difficile forse è scegliere da dove cominciare. Per fortuna però, ho un paio di assi nella manica da giocare, e uno di questi si chiama Scilla.

Scilla è una località turistica marittima della provincia di Reggio Calabria, situata nella parte più estrema della Calabria, quella dove inizia lo stretto di Messina e dove si può salutare con la mano la Sicilia visibile a occhio nudo. Il suo nome deriva da un misterioso mostro marino chiamato dai greci “Skýlla”, oggetto di antichi miti.
Secondo la leggenda infatti, Scilla era una bella ninfa dagli occhi azzurri che amava fare il bagno sulle spiagge di Zancle, l’attuale Messina. Un giorno la vide Glauco, un dio marino per metà uomo e per metà pesce, che se ne innamorò perdutamente, ma Scilla era spaventata dall’aspetto del dio e lo rifiutava. Così Glauco si rivolse alla maga Circe per avere un filtro d’amore che facesse innamorare la ninfa di lui. Circe, che era a sua volta innamorata di Glauco, ingelosita decise di vendicarsi sulla povera ninfa preparando una pozione malefica da versare nel mare nei pressi della spiaggia di Zancle. Quando Scilla andò l’indomani a farsi il bagno, subito dopo essersi immersa in acqua, il suo corpo si trasformò in un mostro terribile con sei enormi teste di cane e delle gambe serpentine lunghissime. Per l’orrore Scilla si gettò in mare e andò a vivere nella cavità di uno scoglio vicino alla grotta che oggi prende il suo nome.
Sempre secondo la leggenda poi, dalla parte opposta dello stretto di Messina, viveva un altro mostro marino dal nome di “Cariddi”. Tutte le navi che attraversavano quel pezzo di mare si imbattevano in uno dei due mostri che generavano venti e tempeste causando la morte dei naviganti. 

Di queste antiche leggende ormai è rimasto solo un racconto affascinante da ascoltare mentre si passeggia nelle vie del borghetto di mare. Dopo essere saliti in cima al promontorio di Scilla, da cui è possibile ammirare la Sicilia e una distesa di mare azzurro dall’alto, è d’obbligo una sosta nel quartiere dei pescatori conosciuto col nome di Chianalea.

Vi accorgerete subito che Chianalea è tutta da fotografare, i vostri cellulari non avranno nemmeno un attimo di tregua, ad ogni passo, infatti, si può scorgere un affaccio sul mare irresistibile. C’è la scalinata dei baci, ci sono le ceramiche fuori i portoni delle case, le barchette ormeggiate, i pescatori indaffarati nel raccogliere le reti da pesca, le piccole vie strette e colorate, i chioschi dove mangiare un buonissimo panino col pescespada e ristoranti con terrazze sopra il mare. Potrete bere un buon calice di vino fresco e mangiare pesce appena pescato cullati dal rumore delle onde e con l’aria al sapore di salsedine tra le mani.

Scilla è il luogo perfetto per lasciarsi incantare dalla bellezza più autentica della Calabria: quella fatta di sale e pesca, e di tramonti sul mare che colorano di rosa gli orizzonti.

Biografia:

Mi chiamo Francesca Notaro e sono nata l’ultimo dell’anno del 1992 a Catanzaro, tra i brindisi con lo spumante e i buoni propositi. Sono cresciuta in Calabria e a 18 anni sono partita da sola per andare a studiare prima a Firenze e poi a Milano, due città diverse ma bellissime che mi hanno sempre stimolata. Ho cambiato 13 case, ho accumulato traslochi, valigie e scatoloni in giro per la mia vita, ma non ho mai perso pezzi di me. Sono laureata in triennale in Comunicazione e Giornalismo e in magistrale in Cooperazione internazionale. Lavoro per una casa editrice e racconto la mia vita fatta di scrittura, libri e natura, sul mio account Instagram (@fra_not). Il destino mi ha riportata al punto di partenza dei miei sogni: in Calabria; e da qui lascio che la vita mi sorprenda e mi regali ogni giorno un po’ di bellezza.

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