Prosegue il nostro viaggio alla scoperta di donne con la Myclahttitude.
Cos’è? È la naturale predisposizione al pensare positivo, all’azione concreta, alla voglia di far bene per generare il bello e buono.
Questa settimana è stato davvero bello approfondire la mia conoscenza con una donna decisamente unica : Elisabetta Dessy. Elisabetta ha una storia molto interessante e coinvolgente che ha radici lontane e tanti diversi scenari dallo sport, alla moda, ambiti dove ha in egual modo lasciato il segno. Le ho chiesto tra le altre cose il suo segreto per continuare ad essere sempre così magnificamente affascinante . Curiose vero ? Non mi resta che augurarvi buona lettura . Claudia Gatti
Elisabetta sei stata una sportiva di successo , hai anche partecipato alle Olimpiadi come rappresentante italiana per il nuoto. Lasciato lo sport ti sei lanciata nella moda e tutt’ora sei una modella ambita. Come sempre però io parto dalle origini. Com’era la Elisabetta bambina e he sogni aveva?
Ho bellissimi ricordi della mia infanzia. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con i miei genitori in particolare con mia madre ma ero la sua disperazione. Ero una bimba ipercinetica, sempre in moto. Per la disperazione mia madre mi portò da un dottore che le consigliò di ‘buttarmi in acqua’. Avevo 7 anni e grazie al consiglio del medico riuscimmo a far defluire tutte le mie energie proprio in piscina. Il nuoto rivelò subito il mio talento innato per questo sport. Magrissima con braccia e gambe già lunghissime volavo a pelo d’acqua. In breve emersero le mie doti naturali e a 10 anni fui già convocata in nazionale per le giovanili di nuoto. Da preadolescente però cominciai ad accusare tutta la fatica ed i sacrifici del nuoto agonistico. Nonostante le performance sempre positive ero sul punto di voler già rinunciare a tutto. Così i miei mi portarono per la prima volta a vedere a Roma i campionati assoluti di nuoto. Rimasi completamente affascinata da questi atleti bravissimi che gareggiavano. Tutto il contesto, le gare, le premiazioni l’atmosfera di tensione e festa , mi colpirono talmente tanto che capii che anche io avrei voluto raggiungere quei livelli e tutti i sacrifici e gli sforzi non mi sembrarono più così vani.
Il nuoto agonistico è uno sport molto duro. In acqua si può anche piangere per la fatica e pensare che non si riuscirà mai a trovare le forze per compiere anche gli ultimi chilometri di allenamento rimasti. L’unico modo per superarsi è darsi degli obiettivi , Europei, Mondiali, Olimpiadi. Solo cosi si superano certe barriere mentali ancor prima che quelle fisiche.
Hai viaggiato tantissimo prima come nuotatrice professionista poi come modella . Hai un luogo del cuore?
Ci sono alcuni luoghi del cuore come Osimo, nelle Marche, che rimandano alla mia famiglia, alla mia infanzia ed ai quali penso sempre con immenso piacere.
Il luogo che però più mi evoca bei ricordi è il Giappone. Amo la cultura nipponica fatta di rispetto ed educazione. Visitai il Giappone per la prima volta nel 1975. Ero con la Nazionale di nuoto per una competizione sportiva. Fu un periodo indimenticabile. Kyoto è una città meravigliosa con i suoi giardini, il tempio d’oro e la sua profonda cultura.
L’aneddoto per il quale, però, i miei ex compagni di squadra ancora mi prendono in giro è piuttosto singolare. Al momento del ritorno in Italia, al mio arrivo all’Haneda, l’aeroporto di Tokyo, fui improvvisamente circondata da una decina di donne poliziotto e condotta da parte per un interrogatorio. Mi prese il panico e non capivo la situazione. Le poliziotte non parlavano inglese e nessuno mi stava realmente spiegando questo stato di fermo. Per fortuna arrivò un’interprete, nel frattempo il mio volo di ritorno era partito.
Per farla breve : la polizia (giapponese) riteneva che io fossi una delle fondatrici della banda Baader Meinhof, gruppo terrorista tedesco, che in quegli anni insanguinò la Germania Federale. Effettivamente mi mostrarono la foto segnaletica e fu abbastanza sconcertante vedere che questa terrorista era proprio la mia sosia. Per fortuna, dopo poche ore, si risolse il tutto. Oggi ci ridiamo ma in quel momento ho temuto veramente il peggio. Nonostante questo episodio sono tornata in Giappone diverse volte negli anni seguenti per delle sfilate e dei trunk show per il brand Gucci; un paese che mi è rimasto nel cuore.
Dagli anni 80 ad oggi cavalchi passerelle e sei testimonial per le più importanti griffes internazionali. Qual è il tuo personale rapporto con la moda? Hai un capo a cui sei più affezionata o che non potrebbe mai mancare dal tuo guardaroba?
Ho avuto il privilegio di avere mia madre come modello di eleganza. Con una classe innata, mia madre – Amalia Acqua, contessa di Osimo – era una nobildonna proveniente da un’antica famiglia marchigiana, sempre vestita in maniera impeccabile, con uno stile inconfondibile e di una bellezza fine e per nulla scontata. Le mie lunghissime gambe sono un suo dono. Sin da piccola mia madre mi ha educata alla filosofia del togliere piuttosto che aggiungere; oggi si direbbe ‘ less is more’. Per lei la vera eleganza consisteva nell’essere sobri e certamente non nel farsi notare per gli eccessi. Crescendo il suo stile è anche diventato il mio. Amo la moda, è un mondo che mi appartiene. Certamente ciò che più mi interessa della moda è interpretarla ed indosso capi che mi facciano sentire appropriata ed a mio agio con il passare del tempo. C’è una abito, per esempio, di Valentino Haute Couture nel mio guardaroba a cui sono particolarmente affezionata e che mi ricorda momenti emozionanti della mia vita. Ogni anno, ormai da 25 anni, cerco di indossarlo per qualche occasione. E’ un capo davvero incredibile e che, nonostante gli anni, rimane sempre attualissimo.
Per lavoro esponi la tua persona costantemente. Di te traspare la tua sicurezza nell’accettare il tempo che fluisce lasciando però inalterato il tuo fascino. Sei una donna bellissima che si ama con i suoi segni e le sue peculiarità e per molte donne sei sicuramente un faro. Parlaci del rapporto con te stessa e con le altre donne.
Ho una grande fortuna : mi piaccio e mi accetto per come sono stata e come sono ora. Le mie rughe sono i miei ricordi di pianti e risate. Accetto il tempo che passa e non me ne rattristo. Certo, faccio anche abbastanza per mantenermi. 13 -14 kilometri al giorno di corsa o camminata, la piscina all’aperto in estate, sono astemia mangio quello che voglio ma sempre sano. Sono molto dinamica, la bambina sempre in movimento è rimasta in me. Ho un bel rapporto con me stessa che si riflette anche con le altre persone. Nonostante l’agonismo nello sport non sono mai stata competitiva nei confronti delle altre donne. Ho varie amiche ed una , Marina è la mia amica del cuore sin da giovanissime.
La tua vita da sportiva è stata costellata di tanti successi . Sei stata campionessa italiana nei 100 m stile libero nel 1974, 1975 e nel 1976, nella staffetta 4 x 100 m stile libero nel 1972 e 1973 e nella staffetta 4 x 100 mista. Poi D Management ti ha proposto un contratto e la tua vita è cambiata dal giorno alla notte. Sei stata la musa di tutti gli stilisti più in voga e ancora oggi ti chiamano in passerella e per le cover dei magazine di moda. Per avere successo in ambiti cosi diversi non bastano solo le doti fisiche. Tu che idea ti sei fatta?
Nella vita ho avuto due alleati importanti : umiltà e senso del sacrificio. Lo sport mi ha formato fisicamente e mentalmente. Ho sviluppato un altissimo senso di sopportazione. Questa forma mentis l’ho riportata in ogni attività della mia vita. Nessuno mi ha regalato nulla. Nel tempo ho capito che disciplina e fatica possono condurre a importanti traguardi.
Una piccola curiosità frivola: hai sfilato con modelle del calibro di Iman e Jerry Hall e Pat Cleveland . Sei riuscita ad instaurare un rapporto di amicizia con qualche tua collega ?
La fine degli anni ‘70 ed i primi anni ‘80 sono stati anni per me favolosi. Avevamo formato un quartetto di modelle poi con il tempo diventate care amiche. Barbarella, Heidi, Gianna ed io. Il centro della moda era Roma e noi cavalcavamo tutte le passerelle di tutti gli stilisti del tempo, condividendo emozioni e vita. Era il momento d’oro della moda italiana. Tutto stava crescendo. Gli abiti di Roberto Capucci, Valentino, Fausto Sarli, Andrè Laug, Mila Schon, Gattinoni…un’eleganza inarrivabile. Nell’ultimo periodo di carriera di quegli anni ho anche condiviso tanti momenti bellissimi con Simonetta Gianfelici, una delle donne più belle che abbia mai visto e che, ancora oggi, è una mia amica.
Infine come faccio sempre ti chiedo quali programmi hai per i prossimi mesi del 2021?
Sarò sincera , dopo aver deciso di tornare nel 2018 sulle passerelle, devo ammettere che ho ricominciato ad essere richiesta dai designer e dalle griffe con una certa costanza e questo mi dà molta soddisfazione e gioia. Sono in un’età in cui è bene vaccinarsi quanto prima contro il Covid e dunque sto, con impazienza, attendendo il mio turno, anche per lavorare in maniera più tranquilla.
Nel frattempo lavoro comunque in sicurezza facendo tamponi su tamponi. Ho appena terminato un lavoro con il talentuoso Fausto Puglisi per Roberto Cavalli. Ora partirò per Parigi per uno shooting fotografico per un’azienda francese e al ritorno mi fermerò a Milano per un bellissimo progetto con una griffe italiana tra le più importanti di cui però non posso dire ancora nulla.